“Perseguire la felicità è lo scopo stesso della vita: è evidente. Che crediamo o no in una religione, che crediamo o no in questa o in quella religione, tutti noi, nella vita, cerchiamo qualcosa di meglio. Perciò penso che la direzione stessa dell’esistenza sia la felicità.
Credo che la felicità si possa ottenere addestrando la mente.
In questo contesto, quando parlo di “addestramento della mente” non intendo con “mente”solo le capacità cognitive o l’intelletto, ma assegno al termine il significato della parola tibetana sem, che è assai più ampio, più simile a “psiche o spirito”, e include sentimento ed intelletto, cuore e cervello. Adottando una certa disciplina interiore, possiamo mutare il nostro atteggiamento, la nostra intera visione del mondo e il nostro approccio alla vita.
Tale disciplina interiore può naturalmente comprendere molte cose, molti metodi. Ma in genere si inizia con l’identificare i fattori che conducono alla felicità e quelli che conducono alla sofferenza. Fatto questo, bisogna cominciare ad eliminare a poco a poco i secondi e a coltivare i primi. Questo è il sistema.”