Lo Zen In Corsa – Piacevolmente comodi e a proprio agio

Per lo Zazen, ovvero la Meditazione seduta, uno dei punti di partenza per riuscire a trovare una buona concentrazione, in modo da poter raccogliere l’attenzione su se stessi, sul proprio corpo e su tutto ciò che esso può trasmettere, è quello di sentirsi comodi e a proprio agio, indossando abiti confortevoli che non costringano il corpo e che aiutino a rilassarsi e porsi in un’atmosfera piacevole e di gradevolezza.



Come per lo Zazen, quindi, anche per praticare al meglio lo Zen in corsa, occorre che si creino pressoché quegli stessi presupposti.

Uno dei primi è, appunto, l’abbigliamento che scegliamo per la nostra corsa.

Tutto quello che riguarda l’abbigliamento sportivo nasce dal semplice buon senso. Quando si va ad acquistare un completo da corsa, cerchiamo di tenere a mente che lo Zen predilige la semplicità. Lo scopo dello zen è di semplificare la vita.

Una mente zen è sgombra ed ordinata come un attico svuotato, spolverato e spazzato.” Larry Shapiro

L’atteggiamento Zen, verso un completo da corsa, deve indurre a pensare alle nostre necessità basiche per correre comodamente, senza indugiare sulla marca, sul colore, su ciò che suggeriscono le pubblicità;  non ingombriamo inutilmente  l’attico (la nostra mente); svuotiamolo, spazzando via questi concetti, concentrando l’attenzione sui soli prodotti che fanno per noi, che aiutino a sentirci comodi e a realizzare una buona concentrazione durante la nostra corsa.

Quando si sceglie cosa indossare prima di uscire dalla porta, bisogna fare in modo di abbigliarsi in maniera del tutto adeguata a ciò che ci accingiamo a fare, perché la corsa è un gesto naturale per cui dobbiamo agevolare la spontaneità dei movimenti e non limitarli o intralciarli;  quindi, per correre zen, occorre sentirsi bene nei propri vestiti. E’ conveniente quindi scegliere dei capi di abbigliamento che lascino il corpo il più possibile libero di muoversi, che non arrechino fastidi, che potrebbero far dirottare, su di essi, l’attenzione della nostra mente. Quindi indumenti appropriati al clima in cui si corre; se farà caldo dovranno traspirare per evitare fastidi ed irritazioni per il troppo sudore, se farà freddo invece, meglio evitare giacche pesanti, imbottiture e guarnizioni, utilizzando indumenti più comodi e leggeri ma che comunque tengono caldi, tipo felpa di lana o pile e magari coperti da un k-way. 

Occorre pertanto sentirsi possibilmente comodi nei propri vestiti e, in genere, sia il corpo che le gambe non gradiscono pantaloncini o maglie troppo svolazzanti, i capi dovranno essere confortevoli, e comunque non troppo stretti, perché il sangue, anche quello più periferico, dovrà scorrere in totale libertà. Quindi indumenti della misura giusta ed elastici e cordini regolabili e molle ove possibile.

I nostri Piedi

Viene naturalmente spontaneo immaginare che lo stesso discorso valga per ciò che indossiamo ai nostri piedi. Parliamo ovviamente di calzini e scarpette.

La scarpa super soft può essere necessaria per tamponare eventuali patologie, adattandole magari con correzioni plantari o a prevenire danni ad atleti molto lenti o molto pesanti. Laddove, però, non vi sia una indispensabile esigenza e il nostro scopo è quello di volere (o provare) a correre Zen, dovremmo allora fare in modo di lasciare il piede libero e leggero. Avere un paio di scarpe troppo pesanti o troppo ammortizzanti, poco tecniche o troppo correttive, troppo grandi o troppo strette, potrebbero limitare la libertà nel movimento del piede, ostacolandone la naturale espressione nell’azione. La scarpa non dovrebbe quasi sentirsi, permettendo di variare il ritmo, allungare, rallentare, col piede che segue ed asseconda il nostro movimento.

Sarebbe inoltre conveniente indossare ai piedi, qualsivoglia tipo di calza; dal fantasmino invisibile  ai calzerotti compressivi, purché confortevoli; non più piccoli della nostra misura, che ci scivola sotto il piede e nemmeno più grandi,  il cui tallone ci fuoriesce dalla scarpa, ma della giusta misura e con elastici non troppo stretti da strozzare la circolazione sanguigna.

Un cenno particolare va alle calze compressive che, per la loro funzione, comprimono appunto le zone su cui vengono indossate. Esse favorirebbero la riduzione del Doms, ovvero dell’indolenzimento muscolare, in quanto la loro compressione diminuirebbe l’oscillazione muscolare migliorando la neurotrasmissione e l’efficienza meccanica a livello molecolare. Eventi che a loro volta riducono il danno muscolare da stress. Inoltre ridurrebbero la stasi venosa per cui, con l’aumento del ritorno venoso dalle gambe al cuore, aumenta anche la gittata cardiaca ad ogni battito, grazie al maggior volume di sangue in movimento per cui i muscoli ricevono più sangue ricco di ossigeno. Inoltre il maggior ritorno venoso determina lo smaltimento delle scorie metaboliche che provocherebbero dolori e stanchezza e perdita di forza, riducendo così il rischio di incorrere in infortuni muscolari. Dulcis in fundo, col freddo le calze compressive, oltretutto, tengono caldi i muscoli. Indubbiamente, si potrebbe dire, un indumento abbastanza utile per i benefici che apporterebbe, pertanto, per il nostro scopo,  basterebbe regolarsi in base alla propria sensazione di comfort.

Per trovare quindi una buona concentrazione, in modo da poter raccogliere l’attenzione su se stessi, sul proprio corpo e su tutto ciò che esso può trasmettere durante il gesto spontaneo della corsa e della respirazione, occorre sentirsi comodi e a proprio agio evitando tutto ciò che può indurre a distrazioni.

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Fonti:

  • Lo Zen e l’arte della corsa – Luca Speciani
  • Lo Zen e l’arte della corsa – Larry Shapiro
  • www.tripkly.com

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